REGGIO EMILIA – Lo scorso 16 gennaio i carabinieri forestali reggiani avevano dato inizio all’operazione “Hello Spank”. Nel mirino è finito un allevamento del capoluogo oltre a tutte le sedi legali e operative delle società a esso collegate, all’ambulatorio veterinario di fiducia e alle abitazioni degli allevatori.
Al termine delle indagini, sei persone sono state iscritte nel registro degli indagati per i reati di truffa e frode nell’esercizio del commercio. I veterinari (due) sono invece accusati di falsi ideologici in atti pubblici per aver assegnato ai cani determinate razze registrandoli.
In tutto, sono stati sequestrati oltre 50 animali. Dopo la convalida del sequestro da parte del Gip, 41 sono stati restituiti agli indagati che ora li potranno vendere solo come meticci. Quelli dotati di pedigree sono invece stati tenuti sotto sequestro: gli accertamenti genetici hanno infatti rivelato che soltanto 3 dei 9 cuccioli sottoposti a test parentali erano realmente figli di coppie presenti in allevamento. Tutti gli altri pedigree sono stati immediatamente bloccati dall’Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana), che provvederà a informare gli ignari acquirenti che potranno così sporgere querela per la truffa subita.
A fare partire le indagini era stata proprio la denuncia di un acquirente che, in poco tempo, aveva dovuto dire addio al cane acquistato presso l’allevamento a causa di una grave malattia ereditaria. Dopo avere cercato invano di reperire informazioni sulla discendenza del cucciolo e sullo stato di salute di genitori e fratelli, il proprietario si è rivolto ai carabinieri forestali che hanno iniziato a indagare.
Alla base del sistema che portava a vendere cani meticci come “di razza”, c’era anche l’aiuto dei veterinari che, secondo gli inquirenti, avevano registrato numerosi esemplari all’anagrafe canina con informazioni inesatte, spesso non indicando la provenienza ma dichiarandone, tuttavia, l’appartenenza a una razza. Tutto questo, però, senza che la maggior parte dei cani in questione fosse davvero provvista di un pedigree.
Nel corso delle attività sono state effettuate anche le opportune verifiche sulle modalità di gestione dell’allevamento e sul benessere degli animali. Verifiche che hanno messo in luce evidenti irregolarità anche nella gestione della scorta di farmaci, alcuni dei quali privi di prescrizione medica, o conservati in modo inadeguato e ben oltre il termine di scadenza previsto. Nonostante le violazioni riscontrate, tutti i cani controllati erano in buone condizioni di salute.