REGGIO EMILIA – L’appello di don Luigi Ciotti non deve cadere nel vuoto. Il fondatore di Libera a Reggio Emilia ha parlato chiaro e credo sia dovere di ognuno di noi esporsi in modo inequivocabile sul tema delle mafie, in un territorio che solo pochi anni or sono ha dovuto affrontare il processo Aemilia, che ha ferito la nostra comunità ed ha rappresentato un punto di partenza dal quale non si deve prescindere.
Ho avuto l’onore di conoscere don Luigi alla Cooperativa “La Collina”, nei suoi frequenti incontri con don Lorenzo Braglia, e devo dire che mi ha sempre colpito la sua capacità di comprendere la società e fornirne una nuova visione senza mai perdere la concretezza. Ci sono valori che non sono negoziabili, tanto più quando dall’altra parte ci sono i sodalizi mafiosi che inquinano l’economia, distorcono il mercato del lavoro, sfruttando gli imprenditori che perdono la possibilità di decidere della propria attività e i lavoratori che diventano veri e propri schiavi.
Attraverso il caporalato, l’usura, le false fatturazioni, i reati ambientali, le estorsioni, la corruzione, le frodi allo stato le mafie sono capaci di penetrare nel nostro tessuto sociale se noi lo permettiamo. Ciò è tanto più vero oggi, nel momento in cui le mafie sono in profonda trasformazione, sono diventate camaleontiche diradando (almeno nel nostro territorio) i fatti di sangue ma penetrando in modo subdolo e profondissimo in sempre più settori del mondo economico, spogliando il nostro territorio della ricchezza prodotta legalmente.
Ma don Ciotti ha detto di più: ha lanciato una sfida alta alla politica. Non si è limitato ad incentivare una legalità formale, ma ha invocato comportamenti più scrupolosi e attenti nel proprio agire quotidiano. Credo che sia proprio questo che gli elettori di Reggio Emilia e provincia – da Guastalla sino a Castelnovo Monti – si aspettino da tutti noi, che in queste frenetiche settimane stiamo chiedendo il voto. Consapevolezza che le mafie sono un cancro che avvelena la vita democratica, attenzione massima ai segnali che ci arrivano e che cogliamo nel corso del nostro impegno pubblico, nessun compromesso con certe pratiche, nessuna sottovalutazione e, soprattutto, coraggio. Coraggio di denunciare se avvertiamo qualcosa di pericolosamente sospetto, coraggio nel testimoniare pubblicamente da che parte stare, coraggio nel parlare e nel lavorare dentro le istituzioni per contrastare gli affari delle mafie e la loro ricerca di consenso, a qualsiasi livello.
E’ un coraggio che deve fare i conti, a volte, con la paura, con le intimidazioni, ma chi vuole rappresentare la cosa pubblica non ha scelta, vorrei dire addirittura che non può e non deve esimersi dall’averla. In caso contrario, meglio fare un passo indietro: perché i giovani ci guardano e non possiamo consegnare loro una regione sottomessa al giogo delle mafie.
Paolo Burani
Candidato in Regione
per Alleanza Verdi e Sinistra
Emilia-Romagna al voto: l’appello di Don Ciotti e i partiti. VIDEO













