SCANDIANO (Reggio Emilia) – Il problema c’è tutto ed è sempre più evidente. Una contraddizione ambientalmente insostenibile. Per la transizione ecologica è fondamentale produrre energia da fonti rinnovabili, ma farlo danneggiando le campagne e il paesaggio, è un grave danno all’ambiente. Il caso del maxi campo agrivoltaico tra Pratissolo e Borzano sollevato ieri dal sindaco di Scandiano Nasciuti è emblematico anche perché, dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato la proposta di legge regionale dell’Emilia Romagna che puntava a mediare tra le due opposteo esigenze ambientali, il Governo dallo scorso maggio non ha assunto ancora nessun provvedimento.
“A maggio come Regione abbiamo approvato una proposta di legge che il Tar ha bocciato invitando il Governo centrale a legiferare. Non l’ha ancora fatto. Serve per fornire a Comuni e Regione gli strumenti necessari”, sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi.
Al fianco di Mammi e Nasciuti si è subito schierata Cia Reggio. “L’agricoltura reggiana, cuore pulsante della nostra economia, non può e non deve essere cannibalizzata per scopi energetici”, ha ribadito il presidente Lorenzo Catellani che si è detto molto preoccupato dalle tante richiesta che stanno arrivando per realizzare campi agrivoltaici. “Occorre una normativa, imponendo la priorità su aree dismesse, tetti di capannoni, case e stalle. Abbiamo tante superfici per questi impianti senza andare a impattare negativamente sul paesaggio e sulle produzioni agricole”.
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