REGGIO EMILIA – Da anni ormai i campi estivi sono diventati una risorsa fondamentale per le famiglie, che sempre più spesso vi fanno affidamento poiché è questo l’unico modo per sistemare i figli durante le ore lavorative una volta terminato l’anno scolastico.
In città, per la fascia 0-6 anni, sono in tutto 646 i posti a disposizione dalla rete di nidi e scuole d’infanzia grazie a un contributo del Comune di circa 388mila euro. Per quella 6-14 anni, invece, la rete conta quest’anno circa 80 sedi operative nei mesi di giugno, luglio, parte di agosto e settembre per 4.500 posti disponibili. “Se non avessimo questo servizio – le parole dell’assessora alla Politiche educative Marwa Mahmoud – le famiglie andrebbero in grande sofferenza, come accade in altri comuni in Italia. Questo perché le reti familiari, parentali e sociali che conoscevamo prima ora non esistono più”.
Ai campi estivi non vengono accolti solo i bambini o i ragazzi normodotati, ma anche quelli portatori di disabilità e per questo è necessario avere gente formata tra gli educatori. “Abbiamo un bando dedicato sia per la fascia 6-14 che per quella 0-6 anni. Il Comune, poi, dà un supporto diretto alle famiglie di 650mila euro per la fascia 6-14”, continua Mahmoud.
Uno dei campi estivi con tradizione più longeva è quello agli Orti Spallanzani gestito dalla cooperativa Giro del Cielo. “Abbiamo tanti adolescenti che ci chiedono di fare volontariato e noi li accogliamo. Lo spazio è sì grande, ma anche molto fortunato poiché abbiamo il verde, lo spazio al chiuso, i gazebo”, spiega Giorgia Bertani, la presidente.
Qui ci sono educatori qualificati, che spesso seguono i ragazzi anche nei dopo scuola che la cooperativa offre durante tutto l’anno scolastico. “Ora gestiamo una sessantina di ragazzi – aggiunge il vicepresidente Riccardo Pinotti – divisi tra fascia elementare e scuola media”.
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