REGGIO EMILIA – Argini e sponde dei torrenti e dei canali sotto osservazione per scongiurare cedimenti improvvisi e nuovi allagamenti. La protezione civile ha confermato per tutta la giornata di domani l’allerta gialla per frane e piene dei fiumi e dei corsi minori anche nel Reggiano, dove preoccupa la pioggia attesa da stasera nella zona pedecollinare e che potrebbe sciogliere la neve caduta ieri. Un’evenienza che preoccupa per la tenuta degli argini appena rimessi in sicurezza dopo l’alluvione dello scorso ottobre, alla luce dei 100 millimetri di pioggia caduti ieri e di alcune frane che hanno interessato la sponda destra del Crostolo a Cadelbosco. Già da ieri sera la macchina della protezione civile si è messa in moto per controllare i torrenti, in particolare il Canalazzo Tassone che ha indotto l’attivazione a Bagnolo in piano del Centro Operativo Intercomunale e la messa in funzione delle idrovore nell’impianto della bonifica di Rodanello. Questo non ha impedito l’allagamento di alcune aree di campagna con la situazione più critica che si è verificata a Villa Argine, in via Garibaldi, dove l’acqua ha raggiunto le abitazioni. “Per tre centimetri come l’altra volta siamo riusciti a non avere l’acqua in casa grazie a un argine deformato”, ci dice un residente.
“E’ stata una notte di monitoraggio del canalazzo Tassone e del Crostolo, e di tutta l’area interna – aggiunge il sindaco di Cadelbosco Marino Zani – Al momento la situazione critica è questa di via Garibaldi”.
Situazione tornata alla normalità a Scandiano, dove è stata risolta la criticità principale a Pratissolo Alto e per tutta la giornata è stata sospesa la circolazione ferroviaria sulla Reggio-Sassuolo per l’allagamento dei binari, e in città dove fino alle 10.00, Anas ha chiuso in entrambe le direzioni la statale 722, la variante alla tangenziale, nel tratto che collega Due Maestà e Canali. Ancora chiusa però via del Quaresimo a Codemondo e il sottopasso ciclopedonale in prossimità del Conad Le Querce, ancora allagato. La pioggia di ieri è stata gestita, scaricando a gravità grandi quantità d’acqua, fino a 47 metricubi al secondo, direttamente nel Po, ma l’emergenza ancora non può dirsi conclusa.
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