REGGIO EMILIA – Contro la dittatura in Birmania, per avere verità su Giulio Regeni, per Patrick Zacki, e per la pace in un’Europa scossa da venti di guerra: ha cominciato così monsignor Camisasca il suo saluto, in un’aula del seminario gremita dai rappresentanti della città. In prima fila le istituzioni: sindaco, presidente della Provincia, assessore regionale Alessio Mammi, il rettore dell’università Carlo Adolfo Porro e il presidente del comitato Reggio città universitaria Mauro Severi, ateneo che proprio in seminario ha trovato una terza casa; i volti dell’imprenditoria rappresentanti da Fabio Storchi. E proprio per l’alto senso del lavoro conosciuto e vissuto a Reggio Camisasca ha speso tante e appassionate parole. “Ho sempre avuto la passione per il lavoro che mi è stata insegnata dai miei genitori e dalla cultura lombarda. A Roma ne ho vista molta meno. A Reggio l’ho ritrovata”.
Un saluto che è stato il diario di questi nove anni, dei tanti progetti che le istituzioni e la diocesi hanno messo in campo assieme: il dialogo franco e aperto, anche nelle divergenze, ha detto il vescovo emerito, è stato una grande ricchezza. “La cosa che più ho amato sono i volti delle persone e le amicizie che sono nate. Essendo tutti uomini fallibili, avremmo potuto fare non dico di più, ma diversamente alcune cose”.
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