REGGIO EMILIA – Fabbricazione di camici per l’emergenza Covid che sarebbero stati realizzati sfruttando manodopera straniera. E’ quanto emerge da una indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Prato e che vede coinvolto anche un imprenditore residente in provincia di Reggio: l’uomo risulta indagato e nella sua ditta è stata effettuata stamani una perquisizione. Si tratta di un cittadino di origine cinese: nello specifico l’accusa nei suoi confronti è di violazione del divieto di subappalto.
L’operazione ha portato a 10 arresti tra Prato e Roma, mentre gli indagati risultano 16, in diverse province italiane, tra cui Reggio.
Sono molteplici i reati contestati: violazione del divieto di subappalto in contratti con la pubblica amministrazione, frode nelle forniture pubbliche, truffa aggravata ai danni dello Stato, sfruttamento del lavoro e impiego di manodopera clandestina, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
L’inchiesta era stata avviata nel dicembre del 2020, svolta dalla squadra mobile di Prato: nel mirino sono finite alcune aziende cinesi che avevano ricevuto in subappalto una maxi commessa vinta da un consorzio.
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