REGGIO EMILIA – Simone Incerti stava facendo il proprio lavoro. Era stato mandato in via Calvi di Coenzo dove un operaio di 57 anni era morto cadendo da un lucernario sul tetto di un capannone. Mentre si stava accingendo a realizzare le immagini , fu aggredito a calci e pugni dal figlio della vittima. Ci rimise un dente, gli occhiali e il telefono cellulare. Anche l’automobile di servizio di Telereggio ne uscì malconcia.

La stretta di mano tra Amro Amin Fawzi e il nostro Simone Incerti. In mezzo a loro il direttore di Telereggio Mattia Mariani
Oggi quell’atto di violenza si è trasformato in un segno di pace. Grazie alla mediazione e all’impegno della comunità islamica di Reggio, guidata dall’Imam Hassan Wagih e dal referente Mohammed Soleiman e con la collaborazione di Marwua Mahmood dell’associazione MondoInsieme, Amro Amin Fawzi, l’aggressore e Simone Incerti si sono incontrati. Insieme al fratello, Fawzi, Amro ha chiesto scusa specificando che che non si dava pace per come avesse agito in quei momenti. Si è detto pronto a risarcire i danni e quello che fu un atto di violenza ha dato origine ad una riconciliazione. “Faccio a Simone le mie sincere scuse – le parole di Amro – per il dolore che gli ho causato. Chiedo scusa a nome mio e della mia famiglia per il mio comportamento”.
Come hanno messo in luce anche gli esponenti della comunità islamica, le controversie si possono, e a volte si devono, risolvere davanti ai giudici del tribunale ma in talune occasioni la buona volontà delle parti può segnare non soltanto un ritrovato accordo ma dare vita ad una riflessione che rende le persone migliori.
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