REGGIO EMILIA – La nomina in tempi rapidi di un commissario che renda operativa l’aggregazione con Parma e Piacenza e che ancora non c’è o tempi più lunghi, come chiesto anche dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, affinché nasca la Camera di Commercio dell’Emilia.
Non poteva capitare in un momento più delicato questa vicenda legata all’ente camerale reggiano – spiega l’ormai ex presidente, Stefano Landi, che a Tg Reggio ha ripercorso le tappe di una situazione che oggi resta sostanzialmente senza una linea chiara e senza risposte.
Un processo che, ha ammesso Landi, avrebbe dovuto iniziare due anni fa ma la stessa burocrazia e i tanti, troppi, passaggi istituzionali obbligati hanno allungato i tempi tanto da trovarsi oggi con la Camera di Commercio di fatto decapitata dai suoi organi elettivi che erano comunque in prorogatio.
L’unico punto certo è che lunedì il solo a restare al proprio posto sarà il segretario generale, assieme al Collegio dei Revisori. “E’ una situazione paradossale – ha detto Landi – che deve essere sanata quanto prima, perché di fatto si assisterebbe al blocco delle attività. Infatti, non è più presente un legale rappresentante che possa firmare atti e decisioni”.
Landi non esclude poi di poter essere il nuovo commissario, ma ad oggi nessuno dal ministero dello Sviluppo economico o dagli organi competenti lo ha interpellato. Una richiesta di chiarimenti è partita anche da Unioncamere regionale verso l’organo nazionale. Nella stessa identica situazione di Reggio anche Parma, Ravenna e Ferrara. Se dovesse essere accolta la richiesta partita dalla Regione di una proroga robusta – si parla di 3 anni o comunque di un tempo sufficiente – gli attuali organi potrebbero tornare in sella e dunque la nave aggregazione arrivare in porto. Ma al momento, tutto resta in alto mare.
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