REGGIO EMILIA – “Sono rimasto sconcertato, stupito; dovremmo togliere dalle città italiane le vie Palermo, Reggio Calabria, Napoli…”. Il professor Enzo Ciconte dice di essere rimasto molto sorpreso, anzi, sconcertato, per la proposta dell’ex prefetto Antonella De Miro: una donna che ha cambiato, con la sua attività antimafia, il passo della lotta all’ndrangheta sul nostro territorio, e che, ricevendo la cittadinanza onoraria di Rubiera, ha detto come la turbi “vedere arrivando a Reggio la grande arteria di collegamento intitolata tutt’oggi alla Città di Cutro. Sarebbe bello ci fosse il ‘viale di Reggio Emilia libera da tutte le mafie”. Una sorta di biglietto da visita quindi, in quella posizione della città, la cui intitolazione secondo De Miro andrebbe cambiata. Ciconte, da massimo studioso del fenomeno e avendo coordinato svariate ricerche per conto del comune di Reggio, conosce benissimo la storia che ha condotto sino a qui.
“Tra poco i condannati del processo Aemilia usciranno; se parliamo di toponomastica ricordiamoci che trovarono reggiani collusi”, aggiunge Ciconte.
Sarebbe il caso di intitolare una via al processo Aemilia? “Quello sì, alla sentenza del processo Aemilia: sono state le istituzioni reggiane a volere che il processo fosse fatto qui”.
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