REGGIO EMILIA – Ancor più che un particolare alimento, un oggetto è stato messo nel carrello da tantissimi: il termometro. I dati della grande distribuzione ci dicono che in marzo, in particolare nel primo periodo dell’emergenza Coronavirus, l’acquisto di termometri è aumentato del 195%.
Conseguenza di uno dei due effetti principali emersi in questo momento: l’effetto “prevenzione e salute”, con crescite di vendite impressionanti, pari al 347%, anche di alcol denaturato, di sapone per le mani con un più 83%, di salviettine umidificate andate a ruba (la crescita è stata del 260%), con un più 31% dei fazzolettini di carta.
L’altro è stato “l’effetto scorta” e anche questo lo si è visto molto bene nella prima fase con l’assalto ai supermercati, del tutto ingiustificato e anzi dannoso dal punto di vista sanitario, ma che ha fatto aumentare il giro d’affari della grande distribuzione del 17% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Un re e una regina in assoluto nella categoria alimentare: il riso (più 61%) e la pasta (più 56%). A casa, per la maggior parte del tempo, si cucina di più: in forte aumento quindi, del 90%, la vendita di farina, mentre le vendite dei surgelati in questo contesto sono cresciute poco, del 24%; addirittura diminuiti, del 18%, gli acquisti di prodotti take away. A proposito di fattore psicologico legato al cibo, che rischia però di diventare un boomerang: la vendita di creme spalmabili tipo Nutella è aumentata del 26%.
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