REGGIO EMILIA – L’eredità di dimissioni e pensionamenti in anni in cui c’era il blocco delle assunzioni, la scarsa partecipazione ai concorsi, il ricorso alle esternalizzazioni come causa, ma anche come conseguenza, del calo del personale per far fronte all’erogazione di servizi. Le motivazioni che negli anni si sono intrecciate portando all’attuale diminuzione dei dipendenti pubblici possono essere tante
In realtà, in Italia dal 2011 al 2021 i lavoratori della pubblica amministrazione genericamente intesa non sono diminuiti così tanto: i dipendenti sono passati da 3.280.000 a 3.210.000 in 10 anni. Il calo consistente è stato nel comparto delle funzioni locali: da 597mila assunti nel 2011 a 492mila nel 2021.
A Reggio Emilia, negli ultimi 10 anni, e quindi dal 2014 al 2024, sono stati “persi” 138 dipendenti comunali: persone che hanno cessato il proprio rapporto di lavoro senza essere sostituite. Iacopo Senatori, docente di Diritto del lavoro di Unimore, analizza un aspetto in particolare che può orientare la scelta delle persone: la retribuzione. Facendoci scoprire che la bilancia non pende dalla parte del lavoro privato. La differenza, ad esempio, di stipendio tra uomini e donne, a parità di mansioni, è inferiore.
Secondo Senatori, le ragioni forse principali da indagare rispetto al calo di personale negli enti locali riguardano la qualità del lavoro e delle sue condizioni e i criteri di reclutamento.
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