REGGIO EMILIA – Se il caldo all’interno di capannoni e stabilimenti diventa in alcune ore della giornata insostenibile scatta lo sciopero. E i lavoratori escono prima dalle fabbriche.
E’ quello che è accaduto giovedì, la giornata più calda, e venerdì in due delle più importanti aziende metalmeccaniche della provincia: Argo Tractors e Nexion (ex Corghi). Giovedì hanno scioperato per 4 ore decine di operai dei due stabilimenti della Argo Tractors di Fabbrico, quello principale e quello che produce le cabine per trattori, oltre ai lavoratori del nuovo stabilimento di Campagnola. In totale il gruppo, che ha 6 stabilimenti, conta circa 1.500 dipendenti.
Nello stesso giorno hanno scioperato anche i lavoratori dello stabilimento di Prato di Correggio del gruppo Nexion, la ex Corghi: circa un’ottantina. “In entrambe le aziende, spiega Davide Franco, resposabile salute e sicurezza della Fiom – ci sono accordi per la ridefinizione degli orari durante l’estate, il problema è che questi accordi entrano in vigore normalmente a metà luglio, quest’anno invece il grande caldo è arrivato con largo anticipo. E se continuerà così la situazione scoppierà anche in altre realtà della provincia. Alla Argo Tractors questo primo sciopero si concluderà lunedì perché l’azienda, che si è sempre dimostrata attenta alle esigenze dei lavoratori, ha affermato che non ci sono i presupposti per anticipare l’accordo. Alla Nexion di Prato ci sono invece lavori in corso, gli operai hanno scioperato solo giovedì, poi la dirigenza ha aperto un confronto con le Rsu riconoscendo alcuni benefit, come l’utilizzo di ventilatori”.
“Le prossime giornate saranno di nuovo caldissime. Prevediamo che anche quest’anno potranno esserci altri scioperi dove non verranno trovate soluzioni adeguate per permettere di lavorare in sicurezza – commenta Simone Vecchi, segretario provinciale della Fiom – Intanto le Rsu stanno chiedendo di ridurre i ritmi di lavoro, aggiungere pause, ridurre l’orario di lavoro e rimodularlo nelle ore meno calde garantendo a tutti la possibilità di andare a casa quando non ci si sente bene. Ogni anno il caldo estivo peggiora, servirebbero investimenti strutturali per il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori.”