
BIBBIANO (Reggio Emilia) – Fino a due mesi fa giocava, libero e felice – come dovrebbe essere ogni bambino della sua età – in una squadra di calcio della sua città natale in Ucraina, Striy, un centro di quasi 60mila persone nella regione di Leopoli. Lo scorso 11 marzo Vladislav Kozlov, 12 anni, è fuggito dalla guerra con la madre e la sorellina di soli 3 anni ed è arrivato in provincia di Reggio Emilia, ospite a casa degli zii a San Polo d’Enza dopo un viaggio lunghissimo: quasi 17 ore per coprire 1.600 chilometri, prima in autobus per arrivare a Cracovia in Polonia, poi in auto con l’aiuto dello zio che li ha portati in Italia.
Sabato scorso, per lui, è iniziata una nuova avventura, quella con la società del Bibbiano San Polo. La società del presidente Gianni Del Rio, infatti, attraverso un amico comune degli zii di Vlad, è venuta a sapere della possibilità di restituire il sorriso a questo ragazzo così scosso e provato da quello che sta succedendo nella sua patria. “Non avrei mai pensato che nel 2022 dovessimo vivere situazioni simili – ha spiegato Del Rio – Quando abbiamo saputo di Vlad, ci siamo subito messi in moto per poterlo ospitare in una delle nostre squadre”.

I dirigenti del Bibbiano San Polo, i sindaci, Gianmaria Manghi e la famiglia di Vladislav attorno al ragazzo
Il padre di Vladislav vive ancora in Ucraina ed è stato reclutato dall’esercito, ma fortunatamente è stato collocato nella terza ondata reservistica: ciò significa che, almeno per ora, nella speranza che la guerra contro la Russia termini il prima possibile, non dovrebbe andare in prima linea.
“Siamo felici di accogliere nella nostra società un ragazzo come Vlad – ha detto il responsabile tecnico del settore giovanile, Andrea Tedeschi – La cosa importante è che, attraverso il calcio, ritrovi il sorriso e la voglia di coltivare ancora i propri sogni”.

Vladislav, primo da destra, in piedi, dopo l’allenatore, con i suoi nuovi compagni di squadra del Bibbiano San Polo
“Appena è scoppiata la guerra, abbiamo parlato al telefono con Andry e Tatiana, chiedendo loro se volessero venire in Italia da noi – ha racconta lo zio di Vlad, Volodimyr Korchaka, che vive in Italia dal 2003 – ma la loro risposta iniziale è stata negativa. Dopo il primo bombardamento alla struttura militare di Leopoli, Tatiana, Vladislav e la piccola Zlata hanno deciso di raggiungerci in Italia, mentre Andry è stato costretto a rimanere in Ucraina. A quel punto, dopo la loro chiamata, mi sono informato su tutto preparando i documenti in Comune di San Polo in modo che, chiunque mi avesse fermato nel tragitto, avrebbe saputo che stavo andando in macchina verso l’Ucraina per portare a casa la mia famiglia. Sulla strada del ritorno ci hanno fermato un paio di volte, in Austria e a Udine, ma in entrambi i casi grazie alla documentazione che avevo con me siamo riusciti a passare senza problemi. Quando a Udine carabinieri e polizia mi hanno detto ‘buon viaggio’ mi si è aperto il cuore, perché ormai era fatta. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le forze dell’ordine, italiane ed europee, per tutto quello che stanno facendo per il popolo ucraino. Al confine, inoltre, ho visto tanti volontari che aiutavano le persone che cercavano di fuggire dal loro Paese e anche a questi vorrei dire un grande grazie da parte di tutti”.
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