REGGIO EMILIA – Dopo due mesi di inattività una passeggiata, un’escursione, un giro in bicicletta in collina o in montagna sono un vero toccasana.
In molti, già nei primi giorni di allentamento delle misure anti Coronavirus, ne hanno approfittato come conferma il presidente del Cai reggiano, Carlo Possa. “Ci vuole molta prudenza perché siamo nella fase due – ha detto – Gli spostamenti non devono essere di massa, ma in montagna e in collina c’è meno gente, i rifugi per ora sono chiusi”.
A livello nazionale, è consentito dal Dpcm sulla “fase 2” praticare attività sportiva e motoria all’aperto, individualmente o con persone conviventi. Ma l’ordinanza della Regione Emilia Romagna è più restrittiva: solo in forma individuale, oppure accompagnando minori o persone non completamente autosufficienti. “La sicurezza dev’essere massima, quindi il primo consiglio è di scegliere percorsi e passeggiate tranquilli, non complicati e non troppo isolati”, ha aggiunto Possa.
Il Cai, a livello nazionale e regionale, ha chiesto però maggiore chiarezza su alcuni aspetti, in primis la manutenzione dei sentieri: sono 1400 km solo nella provincia di Reggio Emilia. “A febbraio, marzo cominciavano tutte le attività di manutenzione sentieri qui sul nostro Appennino – ha aggiunto Possa – ma anche su altre montagne. Il rischio è che i sentieri abbiano problemi, tutti i nostri soci volontari stanno fremendo in attesa di capire se la manutenzione può ripartire, lo abbiamo chiesto sia al Governo che alla Regione. La sicurezza dei sentieri è fondamentale anche in vista dell’estate e di una frequentazione della montagna per rilanciare il ‘turismo di prossimità'”.
Proprio in questa prospettiva il Cai chiede alle istituzioni come potersi organizzare per accogliere, ad esempio, le famiglie e per poter riaprire i rifugi. Il Club Alpino reggiano gestisce il rifugio Battisti: “E’ evidente che la riapertura dei rifugi è fondamentale, sia per quel minimo di accoglienza che si potrà dare nel rispetto delle norme, ma anche per motivi di sicurezza perché i rifugi sono anche presidi di sicurezza”, ha concluso Possa.
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