CADELBOSCO SOPRA (Reggio Emilia) – C’è un nuovo capitolo nella non semplice vicenda della ceramica che dovrebbe sorgere sulle ceneri della fallita Kis a Zurco. Cambio di rotta del Comune, che preso atto delle 2mila firme portate dal comitato ambientalista, cerca ora di fermare il progetto.
Dunque, la volontà politica è chiara, bisogna però trovare il modo di recedere dall’accordo con l’imprenditore Massimo Nalio e i soci spagnoli senza pagare penali. Per questo la documentazione finisce adesso sul tavolo del legale dell’Unione dei Comuni Terra di Mezzo.
Il 13 febbraio era stata indicata come data nella quale sarebbe dovuto arrivare l’indispensabile Aua , l’Autorizzazione Unica Ambientale di Arpae, capace di dare il via libera all’intero progetto soprattutto ai tanto temuti atomizzatori. L’unificazione tra il permesso di costruire e questo documento di via libera ambientale sono ora all’analisi del Suap, lo Sportello Unico Attività Produttive di Correggio, con conseguente allungamento dei tempi.
Si parla di maggio per questa iniziativa imprenditoriale, che sembra essere finita sulle montagne russe. Intanto, però, Nalio ha iniziato una parziale bonifica per circa 500mila euro di opere. Chi le pagherà, se il progetto salta? In più, rimane il problema dell’amianto in quell’area ormai fatiscente e che rischia di rimanere in uno stato di abbandono.
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