REGGIO EMILIA – Operato per un banale ascesso, è caduto a terra ed è morto. Un decesso sul quale sono in corso delle indagini. La Procura di Reggio ha aperto un procedimento e ha sequestrato le cartelle cliniche in attesa dei risultati dell’autopsia. I fatti risalgono al 3 marzo di quest’anno, all’interno dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio. La vittima è un uomo di 74 anni di Rubiera.
L’anziano, cardiopatico, era stato ricoverato a fine gennaio per uno scompenso cardiaco, nel corso degli accertamenti i medici gli avevano riscontrato un ascesso perianale e avevano deciso di operarlo. L’intervento chirurgico effettuato nel reparto di Chirurgia, era riuscito e il paziente era stato trasferito nel reparto di Medicina, e aveva iniziato la riabilitazione e la fisioterapia. La moglie andava a trovarlo ogni giorno e così ha fatto anche il 23 febbraio, lasciandolo disteso sul letto con le sponde laterali alzate. Alle 22 di quella stessa giornata, una telefonata dall’ospedale la avvisava che suo marito era caduto, senza fornire però alcuna altra spiegazione sulla dinamica. Alla moglie e ai figli sarebbe anche stato impedito di vederlo nelle ore successive, affermano. Le sue condizioni si sono via via aggravate e alle 19.55 del 3 marzo l’uomo è deceduto dopo una settimana di agonia.
Tra le ipotesi riportate alla moglie, che l’uomo, nonostante fosse debilitato, fosse riuscito a scavalcare le spondine cadendo poi a terra. Una versione cui la famiglia non ha mai creduto e, assistita da una società specializzata in casi di malasanità – lo Studio3A di Venezia – ha presentato una denuncia ai carabinieri di Rubiera.
Il fascicolo è ora in mano alla pm Isabella Chiesi e il reato ipotizzato è omicidio colposo. Al vaglio anche un esame autoptico per chiarire le cause della morte e fornire risposte alla famiglia, che per scrupolo ha deciso di posticipare la sepoltura del proprio caro. Nessun commento alla vicenda da parte dell’Ausl.
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