REGGIO EMILIA – Nelle settimane in cui la Prefettura di Reggio emetteva un’interdittiva antimafia nei confronti di Salerno Building, il Prefetto Maria Rita Cocciufa firmava un provvedimento analogo a carico di un altro noto imprenditore del settore. La società finita sotto la lente del Gruppo Interforze è la Caccia Residenze di Emilio Caccia, nato a Cutro 80 anni fa e residente a Reggio da lunghissimo tempo. La sede è in via Po, nei pressi del polo scolastico Motti-Zanelli.
Secondo la Prefettura, il rischio di condizionamento mafioso dell’impresa di costruzioni si rinviene “in un ampio quadro d’insieme, che ha tenuto conto di più fattori”, tra i quali “il gruppo famigliare di riferimento, attorno al quale gravitano soggetti portatori di specifiche criticità, tra l’altro in buona parte interdetti […] e plurimi contatti commerciali che la società intrattiene con imprese controindicate o già attinte da provvedimenti interdittivi antimafia”.
La compagine societaria di Caccia Residenze vede Emilio Caccia nel ruolo di socio accomandatario. Socio accomandante è invece la società Nuove Residenze, presieduta a sua volta dalla moglie dell’imprenditore, Marcella Mesoraca. Nuove Residenze, che ha sede anch’essa in via Po, allo stesso civico di Caccia Residenze, è proprietaria fra le altre dell‘area tra via Tolstoj e via Tassoni, a Canali, oggetto negli anni scorsi di un lungo braccio di ferro con il Comune di Reggio. E’ una delle molte aree urbanizzabili che la Giunta Vecchi, tra il 2015 e il 2020, riportò a terreno agricolo. Ma i proprietari dell’area fecero ricorso al Tar e si videro dare ragione, con una sentenza poi confermata dal Consiglio di Stato.
Alcuni mesi dopo l’avvio dei lavori, il 28 gennaio scorso, alle 5 del mattino, all’interno del cantiere andò a fuoco un escavatore. Le cronache dell’epoca ipotizzarono che l’incendio fosse doloso.
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