REGGIO EMILIA – Torna alla ribalta delle cronache giudiziarie il nome dell’ex terrorista Lauro Azzolini, 79 anni, nativo di Casina, appartenente al cosiddetto gruppo reggiano delle Brigate Rosse. Dopo quasi 50 anni potrebbe risolversi il mistero sul brigatista che riuscì a fuggire durante la liberazione dell’imprenditore vitivinicolo Vittorio Vallarino Gancia, nel conflitto a fuoco con i carabinieri davanti alla cascina Spiotta, in provincia di Alessandria, nel quale morirono la brigatista Mara Cagol, moglie di Renato Curcio e l’appuntato Giovani D’Alfonso; altri due carabinieri rimasero feriti, uno perse un braccio.
La Procura di Torino ha notificato un avviso di garanzia a Lauro Azzolini, ai tempi capo della colonna milanese delle Br e che si è poi dissociato. Ottenuti i benefici di legge dopo una condanna all’ergastolo, attualmente collabora per una cooperativa di disabili.
Azzolini è già stato prosciolto dalle accuse per la sparatoria alla cascina Spiotta e il 9 maggio si terrà un’udienza davanti al gip del tribunale di Torino che dovrà decidere se riaprire o meno le indagini.