BRESCELLO (Reggio Emilia) – Con l’inizio della pandemia, hanno pensato di mettere in piedi un’attività di spaccio di marijuana per altri minorenni e anche maggiorenni. Tre ragazzini sono stati incastrati dai carabinieri che,
partendo dalla denuncia di un genitore che ha raccontato la cessione di droga da parte di due 16enni reggiani al figlio minorenne, hanno iniziato le indagini.
Ne è emerso un quadro preoccupante: i militari hanno seguito attentamente l’attività di questi baby pusher dall’ultimo Natale. Un primo tassello investigativo, a cui si sono poi aggiunti gli elementi emersi a seguito dell’indagine sui tabulati dei due spacciatori, ha permesso di risalire ai contatti con altri minori che, identificati e convocati in caserma, hanno ammesso di essere clienti dei due e di aver acquistato da loro stupefacenti. Tra gli altri, è stato identificato anche un 14ennne, reggiano, che era dedito allo spaccio.
Le numerose chat sorvegliate dai carabinieri hanno rivelato che gli indagati nonostante, la giovane/giovanissima età, adottavano accorgimenti degni dei più navigati pusher come l’utilizzo di messaggi criptici sulle piattaforme WhatsApp, Telegram e Messenger utilizzate per scambiare info con i clienti. Inoltre, avevano l’abitudine di nascondere la droga in luoghi all’aperto, in modo da evitare che lo stupefacente potesse essere ricondotto a loro.
Tuttavia, la spavalderia mostrata con gli amichetti li ha traditi: proprio quei video che si erano fatti mentre cedevano
lo stupefacente anche davanti ad altri minori o mentre fumavano gli spinelli sono stati utili ai carabinieri per stroncare un vero business e denunciare i tre per spaccio e detenzione ai fini di spaccio di droga.