BRESCELLO (Reggio Emilia) – Aveva occupato abusivamente un’area demaniale e per questo, nel 2021, era stato denunciato a seguito di un controllo effettuato dai carabinieri. Ora, nei confronti dell’indagato la procura ha esercitato l’azione penale con la richiesta del decreto di citazione a giudizio: si tratta di un meccanismo attraverso cui il pubblico ministero esercita l’azione penale citando l’imputato a comparire direttamente innanzi al giudice.
Una misura notificata a Rosario Grande Aracri, 67 anni, fratello del boss Nicolino, residente a Cutro, coinvolto nel 2015 nell’inchiesta denominata “Pesci” sulle infiltrazioni dell’ndrangheta nell’area della Bassa mantovana. Per quella vicenda l’uomo è stato assolto in primo grado nel 2017.
Lo spazio occupato illegalmente si trova in via Breda Vignazzi alle spalle della nota area già sequestrata ai Grande Aracri e ora destinata alla sede della locale Protezione Civile. Il 67enne risulta proprietario di un terreno in quella zona e si era, per così dire, allargato impropriamente: aveva infatti provveduto a recintare una vicina area pubblica dell’estensione di circa 1.000 metri quadrati, nei pressi di un cavalcavia. Per delimitarla aveva realizzato da un lato un cancello scorrevole su rotaie, ancorato al suolo con cemento e dall’altro una rete elettrosaldata con paletti metallici.
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