BRESCELLO (Reggio Emilia) – L’associazione Libera di Reggio Emilia non parteciperà più alle riunioni della commissione mista per la legalità di Brescello. Il motivo dell’uscita dall’organo consiliare, nato dopo lo scioglimento nel 2016 del Comune per infiltrazioni mafiose da parte della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri, è legato all’incontro del 26 ottobre scorso nello stesso paese della Bassa Reggiana con il vignettista Emilio Tringali ospite dell’associazione per la legalità Impastato-Castelli.
Nella serata in cui ha presentato il suo libro “La mafia che indossa la divisa”, Tringali ha definito Libera “politicizzata”, attaccandone il fondatore Don Luigi Ciotti. L’artista era insieme al sindaco di Brescello, Carlo Fiumicino che a detta di Libera “non ha preso le distanze pubbliche dalle parole di Tringali”. I dissidi arrivano però da lontano. A luglio scorso Libera e Cgil avevano denunciato i possibili rischi legati alla scelta di affittare gli appartamenti confiscati alla criminalità organizzata e recentemente assegnati al Comune di Brescello, invece di usarli per finalità sociali come prevede la legge 109/96.
In quel caso la decisione dell’amministrazione comunale “era stata presa senza coinvolgere nemmeno a titolo informativo la commissione mista per la legalità”, avevano spiegato Libera e sindacato. E proprio la Cgil interviene dopo la decisione di Libera di uscire dalla commissione: “Condividiamo la decisione dell’associazione Libera di interrompere la propria partecipazione è un segnale forte e chiaro che la nuova amministrazione Brescellese dovrebbe tenere in grande considerazione”, chiosano in una nota Luca Chierici, della segreteria Cgil provinciale e Davide Fellini, responsabile Cgil della zona di Guastalla.