REGGIO EMILIA – Nelle settimane in cui la vicenda della 18enne Saman Abbas sta assumendo toni sempre più macabri, mano mano che affiorano dettagli sull’indagine aperta successivamente alla sua scomparsa, sul nostro territorio non accennano minimamente a diminuire le violenze domestiche ai danni di donne.
D’altronde, è di ieri la notizia che nel solo primo spezzone di 2021 – anche a causa delle convivenze forzate causa Covid – al 112 dei carabinieri reggiani sono giunte qualcosa come 2mila richieste – 6 al giorno – per liti tra le mura domestiche, in strada e tra vicini. Non fanno eccezione i tre casi odierni.
Complice anche l’utilizzo smodato di alcolici, un 30enne residente a Rubiera da oltre sei mesi aveva reso un inferno la vita della moglie, non risparmiando il tetro “spettacolo” ai figli minorenni. Botte, offese, umiliazioni a seguito delle quali la donna non ce l’ha più fatta e si è recata dai carabinieri raccontando tutto. L’uomo è pertanto stato denunciato per maltrattamenti in famiglia, aggravati dal fatto di essere stati compiuti anche davanti ai figli. Il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta ha chiesto e ottenuto dal gip del tribunale l’applicazione dell’allontanamento da casa e del divieto di avvicinamento alla vittima, una 26enne, e ai luoghi da lei frequentati. Il provvedimento è già stato eseguito dai carabinieri.
Un provvedimento identico è stato adottato nei confronti di un coetaneo residente a Sant’Ilario, che da 5 anni picchiava e minacciava – anche di morte – la consorte, anche in questo caso davanti alla figlia minorenne. “Io mi impicco in garage e vado in cimitero, ma voi due (riferendosi alla compagna e alla figlia minore) venite con me”; “tua madre (riferendosi alla suocera) avrà vita breve”. In alcuni casi, la 25enne è stata anche costretta con la violenza a subire rapporti sessuali. L’uomo è stato denunciato per maltrattamenti in famiglia, aggravati dall’essere stati compiuti davanti a minori, e violenza sessuale. Anche qui il magistrato titolare dell’inchiesta ha ottenuto dal giudice l’allontanamento da casa e il divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi da lei frequentati.
Infine, un 48enne residente a Scandiano è stato arrestato e portato in carcere dopo che è divenuta esecutiva una pena a 5 anni di reclusione sempre per maltrattamenti in famiglia. I fatti si sono verificati tra il 2004 e il 2013 in Brianza nei confronti della moglie e, anche in questo caso, davanti ai figli minori. Quindi l’iter processuale e la sentenza di condanna, ora divenuta definitiva.
Servizio Tg di Manuela Catellani
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