REGGIO EMILIA – Prima le botte e le minacce, il coltello puntato al petto della moglie, da alcuni anni invalida al 100%. Nonostante il giudice gli avesse imposto di non avvicinarsi più alla donna, lui ha continuato a maltrattarla e perseguitarla. Al termine delle indagini dei carabinieri di San Polo, sono stati dunque disposti gli arresti domiciliari per l’uomo, un 30enne.
I guai per lui erano cominciati a gennaio: secondo la ricostruzione dei militari, non perdeva occasione per schiaffeggiare ripetutamente la moglie, di 38 anni. Non solo: la afferrava con forza al collo, le stringeva le parti del corpo colpite dall’invalidità facendole male, la gettava a terra, le diceva frasi come “ti faccio a pezzi e ti metto in un sacco nero che butto nell’Enza”. Una volta le ha anche puntato al petto un grosso coltello. In una occasione, la donna si è recata in ospedale per farsi curare.
Dopo la denuncia ai carabinieri, per il marito è stato disposto il divieto di avvicinamento e comunicazione con la moglie. Un provvedimento che non ha rispettato: sono cominciati i messaggi vocali minacciosi e le telefonate mute.
Sempre i carabinieri hanno denunciato un 42enne residente in città, con la stessa accusa: maltrattamenti in famiglia. Secondo le indagini, l’uomo ha più volte offeso e minacciato la consorte, colpendola con calci e schiaffi, spesso davanti alla figlia minorenne della donna. In alcune occasioni, anche la ragazzina è stata presa a calci. Un comportamento che ha indotto la vittima a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Il tribunale ha deciso che l’uomo non potrà più avvicinarsi alle moglie e alla minore.
Servizio Tg di Alessio Fontanesi
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