REGGIO EMILIA – Si dice ‘il giorno più bello’ per descrivere il matrimonio. Per una donna reggiana sessantenne è stato invece il giorno più brutto, l’inizio di una vita parallela dentro i muri di casa fatta di offese, soprusi, botte. Una vita trascorsa con accanto un uomo violento, spesso ubriaco o drogato, che ha spazzato via i soldi della famiglia giocando d’azzardo. Quando hanno raccolto la testimonianza della donna forse gli stessi carabinieri, che pure sono purtroppo abituati tutti i giorni ad ascoltare storie di violenza famigliare, hanno fatto fatica a rimanere impassibili. La sessantenne che avevano davanti ha raccontato loro che i maltrattamenti proseguivano dal 1984. Da oltre 40 anni, dall’inizio del matrimonio, il marito la trattava come un oggetto, o anche peggio. Insulti, minacce di morte, aggressioni fisiche. ‘Ti ammazzo’, le diceva, ‘ti sgozzo come un capretto’, ‘ti faccio finire sotto terra’. E poi strattoni, schiaffi, calci, collo stretto tra le mani, spintoni contro il muro, umiliazioni pubbliche. In una circostanza le ha tirato un mazzo di chiavi negli occhi, procurandole gravi ferite. Maltrattamenti che avvenivano anche davanti alla figlia e che non risparmiavano la ragazzina stessa, che veniva punita per qualsiasi cosa, come il non aver scolato bene la pasta. Dopo le indagini e le richieste della procura, il giudice ha stabilito per l’uomo, che ha 62 anni, di stare ad almeno un chilometro di distanza dalla moglie e di indossare il braccialetto elettronico.
Botte alla moglie per 40 anni: braccialetto elettronico e per un 64enne
24 marzo 2025
L’uomo, denunciato, dovrà rispettare una distanza minima dalla casa coniugale e dalla moglie di almeno un chilometro