REGGIO EMILIA – L’economia reggiana è in ripresa, ma l’industria meccanica ha il vento in poppa. Ordinativi, volumi produttivi, ricorso agli straordinari: tutto indica il ritorno a livelli analoghi a quelli precedenti l’emergenza Covid. Se a livello complessivo il ricorso alla cassa integrazione nei primi sei mesi dell’anno è diminuito del 48%, nell’industria meccanica il calo è stato superiore al 70%.
Simone Vecchi, segretario provinciale della Fiom, conferma che siamo di fronte a qualcosa di più di un semplice rimbalzo rispetto alla drammatica caduta del primo semestre 2020: “Negli ultimi mesi nella metalmeccanica reggiana i livelli produttivi sono aumentati a livelli che non vedevamo dal 2008. Auspichiamo che questi livelli siano confermati anche a settembre. Abbiamo un portafoglio ordini molto ampio, con un utilizzo degli straordinari molto diffuso e un incremento molto ampio del lavoro precario”.
I rendiconti semestrali delle aziende meccaniche reggiane quotate in Borsa sono eloquenti. I ricavi di Interpump sono cresciuti del 39%, quelli di Emak del 34%. Comer addirittura ha registrato un balzo delle vendite del 51%. Un balzo – attenzione – che non ha nulla a che fare con la recente acquisizione della tedesca Walterscheid, che sarà perfezionata a fine anno.
In molte aziende del settore, dunque, si è passati rapidamente dalla cassa integrazione agli straordinari. In alcuni casi, dove la domanda è più tumultuosa, si sta facendo ampio ricorso anche ai contratti a termine e al lavoro interinale per far fronte alle esigenze produttive. “Per questo, quello che chiediamo alle imprese è anche di cominciare a stabilizzare i rapporti di lavoro”, chiosa Vecchi.
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