REGGIO EMILIA – “Una cosa sono i parlamentari e i consiglieri regionali, un’altra i consiglieri comunali”. Così Emanuele Cavallaro, referente Anci per i sindaci reggiani, sulla questione dei politici che hanno chiesto il bonus previsto per le partite Iva.
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Quando li si definisce ‘furbetti’, la gran parte dei cittadini si indigna, ritenendo il termine troppo poco severo. I consiglieri regionali e i parlamentari che hanno fatto richiesta del bonus per le partite Iva introdotto dal Governo col decreto Rilancio continuano a far gridare allo scandalo. L’importo del bonus era di 600 euro per i mesi di marzo e aprile ed è poi salito a mille euro per maggio, a patto di riuscire a dimostrare di aver avuto perdite di fatturato di almeno un terzo rispetto ad aprile 2019. Non ci sono vincoli di esclusione per chi, libero professionista, percepisce già stipendio da amministratore pubblico. Il tema è tutto nella sfera dell’etica, visto che la misura è stata pensata per aiutare i cittadini che sono andati in fortissima difficoltà economica col blocco lavorativo causato dalla pandemia. “Ed è difficile pensare che un parlamentare o un consigliere regionale si siano trovati in questo tipo di difficoltà”, sottolinea Cavallaro. “Ho letto dello scandalo per i consiglieri comunali ma è cosa diversissima: un consigliere comunale prende 90 euro all’anno”.
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