REGGIO EMILIA – Fantuzzi-Reggiane, La Veggia, Ferrarini, Landi Renzo: quattro importanti aziende reggiane che, in anni più o meno vicini, hanno fatto ricorso all’emissione di prestiti obbligazionari. Solo l’ultima delle quattro, Landi Renzo, ha rimborsato integralmente il bond nel maggio 2019. Per i sottoscrittori delle altre obbligazioni societarie, invece, sono stati dolori. Ma è chiaro che ogni vicenda fa storia a sé.
Come è congegnato, dunque, il maxi-bond da 200 milioni di euro emesso da Newlat? Le caratteristiche dei titoli sono descritte nel prospetto informativo, un documento di 117 pagine pubblicato solo in inglese e approvato non dalla Consob ma dalla Central Bank of Ireland, la banca centrale irlandese. Le obbligazioni, infatti, sono negoziate alla Borsa di Dublino, oltre che sul Mercato telematico di Borsa Italiana.
l bond Newlat è privo di rating, cioè di una valutazione del rischio di credito dell’emittente fornita da una società specializzata. Le obbligazioni non sono convertibili in azioni Newlat e non sono garantite: dunque, chi le ha sottoscritte deve essere consapevole che il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi non sono garantiti. In più, come spiegato nel prospetto informativo, il mercato delle obbligazioni potrebbe essere illiquido e di conseguenza i possessori potrebbero incontrare difficoltà a vendere i titoli.
Nonostante queste caratteristiche tecniche, il bond di Newlat è andato letteralmente a ruba. E i titoli non sono stati riservati solo agli investitori qualificati, come succede in genere con questi prodotti, ma anche al pubblico dei risparmiatori.
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