BOLOGNA – “Non partite col tema chi si candida, cosa farai.. in questo momento non faccio nulla, non mi interessa la questione”. Per l’ufficialità di una candidatura ci sono ancora mesi di tempo, non c’è fretta. Che il presidente dell’Emilia Romagna, al secondo mandato, sia tra gli esponenti più lanciati verso la segreteria del Partito Democratico non è una novità del dopo elezioni. Nel ringraziare Enrico Letta per il lavoro svolto, Stefano Bonaccini parla di responsabilità collettiva, non riconducibile a un’unica persona.
“Ringrazio Enrico per come ha voluto mettersi a disposizione per condurre il congresso in modo ordinato. Dev’essere una grande occasione di rigenerazione per noi. Se è vero che da soli non si va da nessuna parte, è altrettanto vero che un partito che oscilla tra il 18 e il 20 non ci basta. Serve un progetto più forte e più grande”.
Modenese di Campogalliano, autore di un’autobiografia dal titolo “La destra si può battere”, Bonaccini invita gli esponenti locali della coalizione di Giorgia Meloni a non rallegrarsi eccessivamente: “Le forze politiche che governano questa regione ritrovano più o meno le stesse percentuali delle amministrative, mentre la destra registra un arretramento di 5 o 6 punti. Contenete la festa, perché avete visto nei risultati di cosa ancora siamo capaci da queste parti”. Tra i competitori nella corsa alla segreteria si parla anche della vice di Bonaccini, Elly Schlein, che andrebbe a presidiare l’area più a sinistra, la stessa degli ex ministri Andrea Orlando e Giuseppe Provenzano. Tra gli aspiranti anche il sindaco di Pesaro Matteo Ricci.
Intanto, la figura del governatore raccoglie l’approvazione di Ilenia Malavasi che ne ha riconosciuto l’impegno e la presenza in campagna elettorale: “Già da tempo, Bonaccini riveste un ruolo nazionale, ha la caratura per la leadership e può essere utile”, le parole della neoeletta alla Camera negli studi di Telereggio. “Il Pd – dice – deve però al momento guardare a se stesso”.
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