REGGIO EMILIA – “A Reggio Emilia, su invito del Comune, ebbi una serie di incontri con una cinquantina di insegnanti delle scuole per l’infanzia, elementari e medie, e presentai, in forma conclusiva e ufficiale, tutti i miei ferri del mestiere. Tre cose mi fanno ricordare quella settimana come una delle più belle della mia vita”. Così scriveva Gianni Rodari nell’introduzione alla sua “Grammatica della fantasia”, libro edito nel 1973 – dedicato alla città di Reggio Emilia – raccontando le giornate della fantastia, dopo le quali prese consistenza il progetto di realizzare un “manuale per inventare storie”.
Da qui prende le mosse la mostra inaugurata al centro Malaguzzi “Un binomio fantastico. Gianni Rodari e Reggio Emilia”. E dall’incontro tra Rodari e Loris Malaguzzi. La mostra è rivolta a grandi e piccoli e attraversa grazie a diverse sessioni, alcuni temi rodariani: il bambino come protagonista, il “binomio fantastico”, il teatro, i burattini e le marionette, il rapporto tra fantasia e pensiero logico, l’arte di inventare storie. Alcuni capisaldi del testo rodariano sono resi visibili attraverso progetti e manufatti realizzati dalle bambine e dai bambini delle scuole e dei nidi reggiani dagli anni ’70 a oggi.
Per l’occasione, oggi alle 17 si terrà una visita guidata con i curatori ad accompagnare i presenti. Inoltre, dopo lungo tempo sono stati riaperti gli archivi della scuola Diana che per anni hanno custodito pezzi originali, grafiche e disegni. E grazie a Rai Teche, sono visibili documentari e spezzoni video, vere rarità in cui le scuole di Reggio vengono raccontate in relazione anche alle altre scuole italiane. La mostra è visitabile gratuitamente dal lunedì al venerdì (dalle 10 alle 16.30).
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