REGGIO EMILIA – Dal 2016 a oggi, la cosiddetta strategia delle Aree interne, che punta su mobilità, scuola e sanità considerati come pilastri, ha portato alla nostra montagna 28 milioni di euro di risorse, dei quali oltre l’80% è stato utilizzato. Significa che c’è stata una programmazione efficiente che ha fatto ricadere questo denaro sui territori. E gli effetti, secondo Enrico Bini, si vedono. Il grande esodo ad esempio, in termini di spopolamento, sta lentamente rallentando. In questo ha dato una mano la pandemia, che, ha detto il sindaco di Castelnovo Monti negli studi di Decoder, ha fatto capire il valore di vivere in una comunità dove ci si conosce e dove si ha la possibilità di trascorrere momenti all’aperto.
Turismo senza dubbio, e poi lo sport come volano per l’attrattività e lo sviluppo. Ma prima i problemi interni: no alle fusioni di comuni come strada ma piuttosto sì ad un’unione di forze; un errore poi, Bini ha ribadito, chiudere il punto nascite nel 2015, anche se sulla sanità si è investito e si sta continuando a investire. A maggio verrà inaugurato il centro di prevenzione cardiovascolare.
Bini, primo cittadino a Castelnovo Monti dal 2014, è stato precedentemente presidente di Cna e poi della Camera di Commercio. In quelle vesti denunciò, tra i primi, le infiltrazioni malavitose sul territorio. Il suo nome è menzionato anche nelle motivazioni della sentenza del processo Aemilia. Le sue parole fanno ancora più effetto a poche ore dalla notizia delle minacce e delle intimidazioni ricevute dalla procuratrice generale reggente Lucia Musti.
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