CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – La procura di Reggio ha iniziato degli accertamenti sulla vicenda degli ultimi giorni a Castelnovo Monti: il caso del bimbo purtroppo nato morto.
La tragedia di Castelnovo Monti ha riportato a galla polemiche mai sopite legate alla chiusura dei punti nascita della montagna, e tra questi proprio quello dell’ospedale Sant’Anna. Una decisione presa dalla Regione per motivi di sicurezza delle mamme e dei piccoli, che da alcuni è tuttora rivendicata per gli stessi identici motivi che nel 2017 portarono a questa chiusura e che da altri è sempre stata criticata. In mezzo, le dichiarazioni del gennaio 2020 del presidente della Regione Stefano Bonaccini che disse: “Li riapriremo”. Poi arrivò la pandemia.
Mentre quindi si torna a parlare di sicurezza sanitaria, di budget e di obiettivi, la procura di Reggio ha acquisito le cartelle relative alla vicenda degli ultimi giorni iniziando gli accertamenti. Una vicenda che in realtà risale “ad alcune settimane fa” aveva scritto l’Ausl in una nota, dicendo che non c’era stato nessun desiderio di tenerla nascosta bensì di preservare la privacy della donna già molto provata. Una situazione in effetti dolorosissima: una gestante all’ottavo mese di gravidanza si è presentata all’ospedale di Castelnovo Monti reputando doglie i dolori addominali che accusava. I sanitari però hanno capito che le doglie non c’entravano e che si trattava di “una situazione a elevato rischio”, così diceva la nota dell’azienda sanitaria. Per cui la donna è stata trasportata a Reggio in ambulanza con un accompagnamento medico. Un viaggio durato un’ora circa. All’arrivo al Santa Maria, “gli accertamenti hanno confermato l’assenza del battito cardiaco fetale”, ha detto sempre l’Ausl, che parla della morte endouterina di un feto come di un evento purtroppo non raro e che conta statisticamente ogni anno almeno qualche caso.
Reggio Emilia ausl reggio emilia indagine Castelnovo Monti inchiesta bimbo morto punto nascite