REGGIO EMILIA – Un’accesa discussione a bordo di un treno tra un passeggero e un controllore. Il convoglio bloccato alla stazione di Reggio Emilia. L’uomo, con la moglie e il figlio gravemente malato, fatti scendere a seguito dell’intervento della Polizia Ferroviaria con tanto di denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Sono questi i protagonisti e gli elementi di un caso che nelle ultime ore é salito alla ribalta nazionale e che si appresta addirittura ad approdare in Parlamento. Il fatto é accaduto ieri pomeriggio. Marco Lenzoni, 54 anni, infermiere residente a Pontremoli in provincia di Massa Carrara e noto per essere stato candidato a sindaco di Massa alle amministrative del 2023 alla guida di una lista civica, insieme alla moglie stava rientrando da Bologna dove aveva accompagnato il figlio di 10 anni, affetto da una malattia rara, all’ospedale Sant’Orsola per alcune delicate terapie.
Il problema é nato quando alla stazione di Reggio il capotreno ha controllato i biglietti verificando che non erano quelli corrispondenti a quel convoglio, ma per una corsa seguente. Lenzoni ha provato a spiegare che per evitare ritardi erano saliti su quel mezzo, ma il ferroviere si é mostrato inflessibile dicendo che avrebbero dovuto pagare una sanzione. Sono scaturiti momenti di tensione, con conseguente intervento della Polizia Ferroviaria che ha fatto scendere la coppia e il figlio disabile. Per il 54enne e la moglie é anche scatatta come detto anche una denuncia: “E’ una vergogna perché per una cosa del genere sono stati impegnati per due ore tre poliziotti ed é stato tenuto fermo per un’ora un treno pieno di gente” racconta Lenzoni.
Il caso però non é destinato a finire qui: Lenzoni fa sapere a Tg Reggio che lunedì presenterà una denuncia nei confronti del capotreno. Della vicenda si é inoltre interessato il deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Ricciardi che sta predisponendo una interrogazione al Ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
La replica di Trenitalia-Tper
Sulla vicenda interviene con una nota Trenitalia-Tper che fa sapere di avere avviato i necessari approfondimenti per chiarire l’accaduto: “Una volta riscontrata la mancata regolarità dei biglietti – si legge nel comunicato – il personale ha proposto ai passeggeri prima l’acquisto di un nuovo biglietto e poi l’utilizzo del treno successivo (per il quale il biglietto sarebbe stato valido). Entrambe le opzioni sono state rifiutate, come pure la richiesta di fornire un documento di identità al personale che, nell’esercizio delle proprie funzioni, riveste il ruolo di pubblico ufficiale. La conversazione è poi degenerata fino alla minaccia da parte dell’uomo di bloccare il treno mettendosi davanti alla porta di uscita e di chiamare lui stesso le forze dell’ordine. Per questo veniva richiesto l’intervento della Polizia Ferroviaria a Reggio Emilia, che convinceva le persone a scendere permettendo la ripartenza del treno”.
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