REGGIO EMILIA – Dove, per ora, non si arriva col numero di classi e col personale docente a disposizione, si cerca di arrivare con alleanze con le consulte o col terzo settore. E’ quello che tenterà di fare il Comune di Reggio per colmare almeno un po’ la distanza tra la richiesta del tempo pieno in costante aumento e la copertura ad ora a disposizione, che è del 40% a fronte di una domanda che si colloca sul 60%. L’anno scorso in città 200 famiglie in più avevano optato per il tempo prolungato al momento dell’iscrizione dei figli alle elementari, quest’anno il numero è cresciuto ancora di altri 94 nuclei. La provincia non fa differenza. La società cambia: a una popolazione scolastica sempre più risicata si associano le necessità delle famiglie.
L’amministrazione comunale è in attesa di sapere, dal Ministero, i numeri del contingente di docenti assegnato a Reggio, per poi fare i propri conti e chiedere la copertura di educatori in aggiunta che consentano di aspirare quantomeno a tempi integrati.
In questo contesto, calo demografico e boom di tempo pieno, s’inserisce il problema delle classi prime a tempo normale che spariscono. Come il caso di Marmirolo, dove 12 famiglie sperano ancora di riuscire ad avere una prima per i loro bambini. Mercoledì alle 18 ci sarà una commissione sulle iscrizioni alle scuole primarie cittadine con il direttore dell’Ufficio scolastico territoriale.
Reggio Emilia scuola Tempo pieno Marwa Mahmoud