REGGIO EMILIA – Attenuare la pressione sui pronto soccorso. E’ la missione dei Cau. Per valutarne l’efficacia la Regione si è data tempo fino ad aprile.
Secondo i dati sull’andamento di quest’esperienza territorio per territorio, la struttura di via Brigata Reggio, nel corso del 2024 ha alleggerito del 2,2% gli accessi al pronto soccorso del Santa Maria Nuova. Così emerge da una una proiezione statistica che immagina come sarebbe stato il carico di lavoro senza l’introduzione dei Cau.
Tra i comuni ad alta densità di popolazione peggio di Reggio ha fatto soltanto Ferrara con un magro 0,4% di effetto benefico. Mentre spiccano i risultati di Parma e Piacenza, rispettivamente a quota 42,6 e 35,2% di utenti con urgenze a bassa complessità clinica tolti ai rispettivi pronto soccorsi. Che nelle due città ai vertici della graduatoria sono adiacenti ai Cau. Un dettaglio sottolineato dall’assessore Massimo Fabi nel fare il punto dinanzi alla commissione Politiche per la salute dell’Assemblea legislativa.
In media, in Emilia Romagna la dimensione dell’efficacia è stata del 13,7%. Tornando al Cau di Reggio, nell’arco del 2024 ha contato 38.012 accessi. Vuol dire che in media 104 persone, ogni giorno, hanno evitato di ingolfare il triage del principale pronto soccorso con richieste di codici bianchi e verdi. Una caratteristica che distingue l’esperienza reggiana dalle altre è l’esistenza di un numero provinciale unico da chiamare, al quale corrisponde una centrale operativa che smista le richieste dunque gli accessi alle strutture di emergenza.
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