REGGIO EMILIA – Come matura il disavanzo di 103 milioni di euro ipotizzato dal bilancio preventivo 2025 dell’Ausl? Quali dinamiche di costo portano gli amministratori dell’azienda sanitaria reggiana a prevedere perdite ben superiori ai 23 milioni dell’anno scorso? Prima di tutto, va detto che in via prudenziale è stato ipotizzato un calo dei ricavi di 39 milioni di euro. La voce più cospicua, in questo senso, è la riduzione dei contributi statali e regionali in conto esercizio, valutata 19 milioni di euro. Il bilancio prevede anche 13 milioni in meno per quote inutilizzate di contributi vincolati di esercizi precedenti. Inoltre, è stimato un calo di quasi 8 milioni di risorse regionali derivanti dai meccanismi del payback farmaceutico.
Se i ricavi sono previsti in calo, i costi quest’anno dovrebbero invece aumentare di 31 milioni di euro. Le spese per l’acquisto dei farmaci, ad esempio, aumenteranno del 7,7 per cento, con oneri aggiuntivi di quasi 12 milioni di euro. Le utenze di gas ed energia elettrica vedranno un aumento dei costi di oltre 6 milioni rispetto all’anno scorso. E il costo del lavoro? Il bilancio ipotizza costi per 367 milioni di euro, con una flessione di oltre 10 milioni rispetto al 2024. E’ questo infatti l’obiettivo fissato dalla Regione il 25 febbraio scorso. Ma l’Ausl ha disposto 27 milioni di accontonamenti per il rinnovo del contratto del triennio 2022-2024 e per quello del triennio successivo.
Per ora, l’azienda sanitaria reggiana è certa del trasferimento della prima tranche di finanziamento del Fondo sanitario regionale, pari a poco più di 1 miliardo e 50 milioni. A questa somma andrà aggiunta la quota del Fondo sanitario nazionale 2025 che spetta a Reggio e che, come quella delle altre province, sarà decisa dall’Intesa Stato-Regioni. Poi toccherà di nuovo alla Regione intervenire, se necessario, per contenere il disavanzo entro limiti accettabili.