REGGIO EMILIA – “Il Pnrr da solo vale circa 90 milioni di euro. E’ un dato storico, significa che nel 2022, nel 2023 e nel 2024 trasformeremo la città grazie a queste risorse”.
L’effetto leva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza traspare nella manovra del Comune di Reggio. In un anno gli investimenti risultano più che raddoppiati arrivando a 262 milioni. Un valore che fa arrossire i dieci milioni di euro cui corrispondeva il piano di investimenti del 2014.
Il confronto lo fa il sindaco Luca Vecchi, che sottolinea da una parte l’invariata pressione fiscale su famiglie e imprese, dall’altra il consolidamento degli stanziamenti nel sociale, nell’educazione e nella cultura. Per aiutare le famiglie nel 2022 l’amministrazione spenderà il 30% in più. Di sei punti percentuali è invece l’incremento per le politiche rivolte a bambini e giovanissimi.
Decisioni prese sulla base di una constatazione: la pandemia ha comportato una diffusione delle nuove povertà, come confermato dal picco di richieste di Reddito di cittadinanza: il 40% in più rispetto al 2021. “Andare anche con le risorse del Comune a cercare di accompagnare le famiglie che sono in maggiore difficoltà a causa degli effetti sociali della pandemia”.
Famiglie alle prese coi rincari, a partire da quelli delle bollette che per il Comune peseranno in un anno almeno 2 milioni di euro. Qualche ristoro è atteso dallo Stato che al contempo dà una sforbiciata del 26% ai trasferimenti riducendoli da 45 a 33 milioni di euro. Di cinque milioni la cifra che si prevede di recuperare riprendendo la lotta all’evasione. Nel 2020 gli accertamenti, in pratica sospesi, si erano fermati a due milioni.
Spicca, nel bilancio preventivo, la crescita dell’indebitamento, pari al 42% in un anno: passata da 437 a 622 euro pro capite e destinata a salire di altri 50 euro nel successivo biennio. Per quanto riguarda i trasferimenti verso le partecipate, aumenta del 170%, cioè di 2,7 milioni, quello alle Farmacie comunali riunite, per via dei costi dei servizi rivolti ad anziani, disabili e minori i cui importi sono lievitati durante la pandemia.
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