REGGIO EMILIA – Nei giorni scorsi don Matteo Galaverni, l’astrofisico reggiano della Specola Vaticana, è stato ospite nella sede di Reggio Emilia Astronomia dove ha tenuto una lezione sul tema della cosmologia.
“Si è sempre allargato il nostro orizzonte, la nostra idea sull’universo: siamo partiti da modelli molto semplici fino ad arrivare al modello cosmologico attuale, il modello del Big Bang che spiega l’espansione dell’universo. Il nostro universo è partito da una fase molto calda, molto densa e pian piano si sia espanso”. Ascoltare don Galaverni significa tornare indietro alle origini del cosmo: “Il mio campo di ricerca è proprio la prima luce del Big Bang, la radiazione cosmica di fondo che è partita circa 380mila anni dopo il Big Bang che ci dà informazioni importanti sull’età e sulla composizione dell’universo. Stiamo studiando in particolare la polarizzazione di questa luce che ci permette di capire di che cosa è fatto l’universo”.
Ospite di Rea, il sacerdote reggiano che ha conseguito la laurea in Fisica all’università di Bologna, ha raccontato dei suoi studi e delle nuove prospettive che possono aprire: “Ci sono tante cose che non comprendiamo: noi comprendiamo solo il 5% della materia che compone l’universo. Un 25% è materia oscura, un 70% è energia oscura. Poi più si va avanti, più nascono nuovi interrogativi e nuove domande”.
Un lavoro che porta avanti alla Specola Vaticana, l’osservatorio astronomico della Santa Sede: “La fede e la scienza sono due modi che abbiamo di guardare la realtà che non devono essere confusi, non devono essere contrapposti ma possono essere complementari. Insieme, in modo diverso, ci mantengono in ricerca e in cammino”.
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