BOLOGNA – La Regione Emilia-Romagna si conferma tra le più virtuose in Italia per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Dal 2011 sono stati finanziati 49 immobili per un valore complessivo di oltre 7,9 milioni di euro. Solo nel 2025 sono stati stanziati 1,1 milioni per 39 progetti in tutte le province, con 15 abitazioni restituite alla collettività.
“Quest’anno andiamo a intervenire su ben 15 beni immobili, facendo fare un balzo nel numero dei beni confiscati e recuperati – ha spiegato l’assessora regionale alla Legalità, Elena Mazzoni – Il riutilizzo è particolarmente importante perché gli immobili diventano appartamenti per chi vive un’emergenza abitativa, sedi per servizi socioeducativi o veri e propri poli culturali, con eventi e iniziative sulla legalità e l’aggregazione giovanile”.
Gli interventi riguardano Bologna, Reggio Emilia, epicentro dell’inchiesta Aemilia, con la riqualificazione di una villa a Rivalta e di una villetta a Pieve Modolena, che ospiteranno famiglie in difficoltà e servizi di prossimità. A Sorbolo Mezzani (Parma) sarà recuperata una palazzina di 13 alloggi, mentre a Modena e Castelnuovo Rangone alcuni immobili confiscati diventeranno spazi culturali e centri di promozione della legalità.
“Il loro significato – ha sottolineato Mazzoni – è particolarmente importante perché diventano simbolo di riscatto della società rispetto alle infiltrazioni mafiose. Restituire questi beni alla collettività significa garantire che siano usati solo per scopi legittimi, a beneficio di tutti”.
Accanto ai progetti di recupero, la Regione finanzierà anche iniziative su legalità e cittadinanza attiva nelle scuole, sulla prevenzione della devianza giovanile e contro agromafie, criminalità ambientale, dipendenze, sfruttamento lavorativo e usura.
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