REGGIO EMILIA – Il 12 marzo è la giornata nazionale contro le aggressioni ai sanitari. Drammatica la situazione anche sul nostro territorio e, proprio per questo, Cisl Emilia Centrale ha organizzato un presidio stamane davanti all’ospedale.
Sono state 305 aggressioni fisiche e verbali riportate nei primi 10 mesi dello scorso anno dagli operatori sanitari in forza all’Ausl locale; di questi, quasi 200 a scapito di infermieri. “Numeri impressionanti”, dice il sindacato che da tempo è in prima linea contro questo fenomeno vergognoso, che sembra senza soluzione di continuità. “I cittadini non vogliono dare alcun alibi a chi picchia e insulta. Non c’entra il Covid, non c’entrano le liste d’attesa – le parole della segretaria Rosamaria Papaleo – C’entra invece la cultura del rispetto che per troppi è finita sotto le scarpe. E’ fondamentale chiedere alle persone di avere cura per chi cura, ma la differenza la può fare la capacità di colpire chi alza le mani o alza la voce contro chi ci salva la salute e la vita. Anche questa è una questione di sicurezza e chiediamo alle istituzioni di far sentire la loro voce”.
Ben sette aggressioni su 10 si sono verificate al Santa Maria Nuova, in particolare al pronto soccorso: oltre il 70% ha riguardato le donne e sono state denunciate anche tre aggressioni a sfondo sessuale. In cinque anni, dal Covid in avanti, si è registrato un aumento del 224%, ad aggredire sono soprattutto i familiari dei pazienti. Tra le richieste del sindacato all’Ausl, una bodycam per registrare gli interventi sugli incidenti e una piena assistenza legale per il personale.