REGGIO EMILIA – Momenti di amarcord ieri sera a Reggio a Canestro, con ospite in collegamento Roosevelt Bouie, indimenticato gigante del basket di casa nostra.
Un salto nel tempo, indietro di 40 anni, nella storia della pallacanestro reggiana. L’ex centro delle Cantine Riunite ha rievocato gli antichi fasti tenendo la canna da pesca in mano, durante un’uscita in barca: “A 14 anni ho cominciato col basket – le sue parole – ma a pescare ho cominciato a 6 anni. Sono molto meglio con la pesca!”.
Tra un giro di mulinello e stormi di anatre di passaggio, Reggio a Canestro è tornata a quando Roosevelt fu ingaggiato assieme a Rudy Hackett per formare la prima coppia di stranieri in biancorosso nel primo campionato di serie A2. “In tre anni con Rudy la mia percentuale di tiro dal campo era 67, 68 e 69%, ma ho sempre finito al secondo posto dietro di lui”.
Sette le stagioni del gigante americano a Reggio Emilia, dove giocò con campioni del calibro di Bob Morse. Nella nostra città ci ha però vissuto quasi 15 anni. Tra i cimeli gelosamente conservati, una bicicletta Rauler non poco invidiata dagli amici: “Mi chiedono sempre dove l’abbia trovata e allora rispondo di stare calmi e dico Reggio Emilia”.
Immortali, di Bouie, restano le scorribande sotto canestro, doti che gli valsero il soprannome di “piovra” e che negli anni ’80 era di maggiore consuetudine vedere in campo.
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