REGGIO EMILIA – L’impressione potrebbe essere quella di trovarsi sempre in un ufficio postale. Strutture sanitarie, ambulatori, farmacie ma anche banche e supermercati sono stati i primi a richiedere appositi pannelli parafiato, barriere in gergo chiamate anti droplet, in molti casi fabbricate su misura.
Come è successo per aziende del tessile riconvertite nella produzione di mascherine, realtà specializzate nelle materie plastiche si sono ingegnate per realizzare pareti trasparenti personalizzate. A Montecchio la Dilplast prima della pandemia stampava e tagliava plexiglass per applicazioni industriali. Ora, il catalogo è stato rivoluzionato: “Abbiamo protezioni da banco, divisorie da terra, colonnette porta gel utili in tutte le attività in cui si lavora a contatto col pubblico”, ha detto Enrico Ternelli della Dilplast.
Ripensata da capo è stata anche la professione di Gianluca Pucci, esperto nell’allestimento di spazi commerciali. Tra gli articoli che è in grado di fornire, ci sono anche le visiere e gli adesivi a terra per il mantenimento della distanza. “Si va dall’alimentare all’abbigliamento, all’ufficio tecnico, all’ufficio medico, alla segreteria, alla reception, alla palestra – ha detto Pucci – Noi cerchiamo di venire incontro a tutti quanti”.
L’ondata di ordini ricevuta si trova ora a fare i conti con le difficoltà nel reperimento della materia prima, quel plexiglass divenuto noto anche come “oro trasparente”. “Ci sono grosse richieste da tutta Europa e i produttori non riescono a evadere gli ordini in brevi tempi come sono invece richiesti dai nostri clienti”, ha spiegato Ternelli. “La materia prima si fa fatica a reperirla e a lavorarla. Siamo in una fase di approvvigionamento di materiale che ci porta a un lista d’attesa abbastanza lunga”, ha aggiunto Pucci.
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