REGGIO EMILIA – Sta suscitando polemiche l’esibizione avvenuta domenica 1 maggio al circolo Arci Tunnel del gruppo Trap “P38 La gang” che sono saliti sul palco esponendo una bandiera delle Brigate Rosse ed eseguendo testi che fanno fanno riferimento all’organizzazione terroristica degli anni 70.
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“Di auto ne nascono molte, ma poche per la soddisfazione e la simpatia che suscitano in chi la scelse, sono capaci di vivere tanti anni da entrare nel quotidiano. Per questo P38 si affida alla Renault4”.
E’ questo il testo di uno dei brani di della band P38. Uno dei brani eseguiti il 1 maggio a Reggio sul palco del circolo Arci Tunnel di via del Chionso, nell’ambito della Festa dell’Unità Comunista. Basterebbero il nome del gruppo e i riferimenti della canzone al delitto Moro e alla Renault 4 in cui venne trovato il cadavere del leader della democrazia Cristiana nel 1978 a suscitare quanto meno disagio. Ma la band è andata oltre, esponendo sul palco anche una bandiera delle Brigate Rosse. Inevitabili le polemiche che stanno infuocando i social network in queste ore.
P38 è un gruppo musicale dallo stile perlopiù improntato al rap ed alla trap, è nato nel 2020.
I componenti si autodefiniscono “collettivo musicale artistico insurrezionale”. I loro testi sono connotati da una forte presenza di riferimenti e tematiche appartenenti all’immaginario della sinistra estrema.
I membri provengono da tutta Italia e rimangono perlopiù anonimi, sebbene si conoscano i loro singoli nomi d’arte (tra cui Yung Stalin).
Il presidente dell’Arci Tunnel Marco Vicini parla di provocazione e dissacrazione, ma l’Arci provinciale ha preso nettamente le distanze da quanto accaduto e sta valutando la situazione: non è da escludere che quanto accaduto possa portare ad un cambio dei vertici del circolo.
Reggio Emilia concerto musica Arci Brigate Rosse bandiera P38 Arci TunnelInneggiano alle Brigate Rosse, il figlio di Marco Biagio: “Sono schifato”. VIDEO