REGGIO EMILIA – Gli inquirenti sono al lavoro per identificare i quattro componenti della band P38 che domenica scorsa durante il concerto tenutosi al circolo Arci Tunnel, in città, aveva esposto una bandiera delle Brigate Rosse: si tratta di 4 giovani che graviterebbero su Bologna. Al vaglio anche il rapporto della polizia locale che era intervenuta durante l’esibizione musicale dopo essere stata chiamata da alcuni residenti della zona infastiditi dalla musica a tutto volume.
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Marco Vicini, presidente del Circolo Arci Tunnel, indagato per istigazione a delinquere, assistito dall’avvocato Federico Bertani, verrà ascoltato martedì in Questura. E’ lo stesso reato che viene contestato ai quattro componenti della band ‘P38 La gang’, ora in fase di identificazione dato che si esibiscono a volto coperto e con nomi d’arte. Avrebbero tra i 25 e i 33 anni, originari di diverse città italiane, ma con Bologna come punto di riferimento delle proprie attività.
Marco Vicini è stato uno degli animatori del movimento “Uniti contro il Green Pass” di Reggio ed è da alcuni mesi iscritto alla formazione extraparlamentare Carc, Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo, tra le sigle promotrici, proprio all’interno del Circolo Tunnel, prima del concerto incriminato, della festa del Primo Maggio dell’Unità Comunista. Una iniziativa questa di cui l’Arci provinciale sarebbe stata all’oscuro.
Domenica sera gli agenti della Municipale erano entrati nel locale e avevano visionato le autorizzazioni per la realizzazione del concerto. Avevano redatto una relazione che sarà ora esaminata dalla Procura. Non è al momento dato sapere se gli agenti avessero segnalato la presenza della bandiera delle Brigate Rosse e se al momento del loro intervento fosse esposta.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Regione, sotto la cui sede, in via Aldo Moro a Bologna, è stato realizzato uno dei videoclip della band in cui si fa riferimento ad azioni eversive: “Non è mai stato dato alcun permesso al gruppo ‘P38-La gang’ per girare quelle scene”, fa sapere in una nota l’Ente. Il presidente Stefano Bonaccini si è detto “disgustato e indignato”.
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Tra le immagini diffuse in rete sulla band P38, una ritrae i componenti del gruppo seduti attorno a un tavolo con affisse su un muro, alle spalle, alcune bandiere tra cui una con il logo di Coop Alleanza 3.0.
“La cooperativa – in una nota – prende le distanze dai contenuti diffusi dalla Band P38 definiti inqualificabili e profondamenti lontani dai propri valori. Per questo – prosegue la nota – la Cooperativa sta mettendo in campo tutte le azioni necessarie per difendere i suoi valori e la sua reputazione“.
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