REGGIO EMILIA – Non si spengono le polemiche sul concerto della band P38 di domenica 1 maggio al circolo Arci Tunnel, in città, con tanto di esposizione sul palco della bandiera delle Brigate Rosse. Sulla vicenda interviene Mauro Vicini, padre del presidente del circolo, a lungo militante del Pci e segretario del Pd cittadino tra il 2014 e il 2017.
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“La scelta di esporre sul palco la bandiera delle Brigate Rosse è stata stupida. E’ una scelta che condanno moralmente e politicamente, pensando anche alle vittime di quel periodo ed ai loro famigliari”. Lo scrive su Facebook Mauro Vicini, il padre di Marco, il presidente del Circolo Arci Tunnel ora indagato per istigazione a delinquere per avere organizzato il concerto della band P38 lo scorso 1 maggio. Mauro Vicini, 68 anni, pensionato, ex dirigente della Confederazione Italiana Agricoltori, una lunga militanza nel Pci, è stato segretario del Pd di Reggio tra il 2014 e il 2017, quando si dimise dall’incarico non più in sintonia con la linea del partito.
Vicini ritiene che il figlio non sia responsabile di alcun reato in questa vicenda e sull’attività musicale della band P38 sostiene che: “Lì ci devono pensare le istituzioni, anzi credo ci sia un difetto di attenzione da parte delle istituzioni“.
Insomma la domanda implicita, per Vicini, sembra essere: come mai ci si accorge solo ora dei testi e delle azioni di questa band attiva da un paio di anni?
Chiediamo poi a Vicini senior cosa pensi della adesione del figlio ai Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo, formazione extraparlamentare marxista-leninista, che in passato ha più volte solidarizzato con esponenti delle nuove Brigate Rosse finiti in carcere: “Io la giudico come una sua scelta di opinione, ne discutiamo in maniera seria e serrata, ma nel nostro privato”.
Tornando alla band P38, da segnalare infine che la pagina Facebook, da ormai parecchie ore risulta oscurata.
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