REGGIO EMILIA – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Marco Vicini, convocato in questura per essere interrogato dalla Digos su disposizione della procura.
Il presidente del circolo Arci Tunnel è indagato con l’accusa di istigazione a delinquere, dopo il concerto del Primo Maggio nel locale di via del Chionso. Sul palco i P38 – La Gang: i componenti si sono esibiti con i volto coperto da un passamontagna e hanno mostrato uno striscione con la stella a cinque punte delle Brigate Rosse. Erano in quattro, sono indagati con lo stesso capo di imputazione. Uno di loro è stato identificato, per gli altri sono in corso le indagini. Vicini si è presentato all’interrogatorio con il suo avvocato e, come dicevamo, è rimasto in silenzio. “Il procedimento è in fase di indagini preliminari e come tale è coperto da segreto istruttorio. Non sappiamo molto di più di quello che abbiamo appreso direttamente da parte vostra”, ha commentato Federico Bertani, il legale.
Al termine, il presidente del Tunnel ha letto il comunicato stampa diramato nelle ultime ore dal circolo facendo propria ogni parola. E si è sottratto alle domande dei giornalisti. Mentre Vicini era in questura, il partito di cui fa parte, quello dei Carc, ha organizzato un presidio in via Dante per esprimergli solidarietà. Una decina i partecipanti all’iniziativa promossa dai comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo.
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