REGGIO EMILIA – Secondo l’ultimo Rapporto della Banca d’Italia sull’andamento dell’economia dell’Emilia-Romagna, nel 2022 è continuata la corsa dei tassi d’interesse bancari. I tassi pagati dalle imprese sui prestiti connessi a esigenze di liquidità sono passati in un anno dal 2,8 al 3,9%. Molto salato il conto pagato dalle piccole imprese: per loro i tassi, che già a fine 2021 erano al 5,6%, hanno raggiunto il 6,6%. Per le famiglie, invece, il costo dei prestiti in un anno è raddoppiato: dall’1,7 al 3,4%. Non sono rialzi di poco conto in un anno in cui l’indebitamento di famiglie e imprese reggiane è aumentato di oltre 2 miliardi di euro, superando i 22,3 miliardi, il valore più elevato dal 2011.
A beneficiare di questo contesto di mercato, che sta proseguendo anche quest’anno, sono le banche. Basta guardare i conti del primo trimestre approvati in maggio dagli istituti di credito. Vediamo il Credem: 140 milioni di margine d’interesse nei primi tre mesi dell’anno scorso, 251 milioni nei primi tre mesi di quest’anno. Attenzione: anche i tassi passivi pagati dalle banche crescono, ma quelli attivi crescono molto di più, gonfiando i profitti degli istituti di credito, che negli ultimi anni non sono mai stati così in salute come oggi. Bper Banca è un esempio: 376 milioni di margine d’interesse nel primo trimestre dell’anno scorso, 726 nello stesso periodo di quest’anno. Margine d’interesse in crescita nel primo trimestre 2023 anche per Banco Bpm, da 511 milioni a 743.
Contemporaneamente, i depositi bancari dei reggiani hanno segnato una battuta d’arresto per la prima volta dal 2010, attestandosi a 33,4 miliardi fra conti correnti e titoli.
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