BAISO (Reggio Emilia) – Era stata la grande protagonista delle conseguenze del maltempo della primavera 2023, che nel reggiano aveva colpito duro soprattutto in Appennino. La frana di Cà Lita di Baiso, una vecchissima conoscenza tra le ferite aperte della nostra montagna, si era rimessa prepotentemente in movimento, arrivando a lambire le abitazioni. Un fronte di 2,7 chilometri, 10 milioni di metri cubi di materiale che si muove, nella parte centrale, al ritmo di 20 centimetri al giorno. Ma il piede è stabile, costellato di gps e laser che lo monitorano costantemente. Così come fa un drone della Regione che ogni 4-5 giorni sorvola l’area e la misura. Il presidente della Regione Michele De Pascale ha raccolto l’invito del sindaco di Baiso Fabio Spezzani, fatto tramite l’assessore Alessio Mammi e il presidente della Provincia Giorgio Zanni, e mercoledì pomeriggio sarà sul posto per verificare di persona la situazione prima dell’avvio di lavori straordinari previsti per luglio che dovrebbero aumentare la stabilità della frana.
De Pascale intanto ha ringraziato pubblicamente tutti gli operatori e i sindaci in azione tra domenica e ieri e che hanno affrontato l’ultima ondata di maltempo, fatta di acqua torrenziale e vento che ha raggiunto i cento chilometri orari. In due giorni sono stati 170 gli interventi dei vigili del fuoco di tutte le caserme della provincia. Molte di più le chiamate arrivate ai loro centralini. 50 di questi interventi solo lunedì pomeriggio e tutti per la rimozione di alberi, dopo il violento temporale che, oltre che su Reggio, si è abbattuto su Bologna, Parma, Ferrara, Ravenna e soprattutto Modena. Proprio al confine con Modena i danni maggiori per quanto riguarda la nostra provincia, con diverse auto in panne e strade invase dall’acqua nel distretto ceramico, tra Castellarano e Scandiano, dove per precauzione è stata chiusa un’entrata del pronto soccorso, e in particolare a Salvaterra di Casalgrande dove si è formata una piccola tromba d’aria.