REGGIO EMILIA – Lo scorso ottobre, dopo la morte di un muratore 56enne precipitato da una impalcatura in un cantiere ad Albinea, la Cgil aveva alzato la voce: ‘Le imprese non sanno da che parte prendere, oggi c’è troppa fretta di finire i lavori, spesso i lavoratori sono vittime di troppe pressioni’. Un allarme ribadito anche nelle ultime ore, in Prefettura, a margine della presentazione dell’accordo che prevede nuovi controlli nei cantieri: “Da quando siamo usciti dalla fase critica della pandemia e l’anno scorso si è sviluppata una voglia di produrre e di recuperare le marginalità perdute, abbiamo visto automaticamente crescere il numero degli infortuni e degli infortuni mortali” dice il segretario della Camera del Lavoro Cristian Sesena.
Per questo il sindacato ora esprime soddisfazione per l’introduzione del cosiddetto ‘badge di cantiere‘, ma invita a vigilare sul sistema degli appalti: ‘Il sistema degli appalti, che nel nostro paese è un sistema a maglie larghe che apre tutta una serie di margini all’irregolarità e alla precarietà, comporta un aumento esponenziale di questo rischio di infortuni. Laddove c’è precarietà, insicurezza, la catena dell’appalto che si sgretola in sub-appalti e in continui stadi inferiori con sempre meno tutele e sempre meno governance da parte dell’ente committente, noi ravvisiamo che il rischio di non formare i lavoratori e non dotarli degli strumenti di sicurezza aumenta”.
Per la Cgil uno dei nodi è, inoltre, rappresentato dagli scarsi investimenti nella formazione rivolta sia ai lavoratori che agli stessi imprenditori.
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