REGGIO EMILIA – Forse l’autopsia, già disposta dalla Procura, potrà fornire qualche elemento in più in un caso che ha lasciato tutti attoniti e increduli. La morte violenta dell’avvocato Aineo Redo, chiamato Enea, quasi 49 anni, trovato morto ieri nella galleria Bnl in piena via Emilia, in centro.
Le telecamere lo hanno ripreso entrare da solo nella buia galleria usata per parcheggiare le bici, il corpo a terra composto, gli abiti in ordine, una ferita sul collo, il coltello in mano. Elementi che da subito hanno fatto propendere per un gesto estremo. Un gesto che comunque resta pesante da accettare anche per le modalità in cui è avvenuto. Domande angoscianti e risposte che forse non arriveranno mai.
Il giorno dopo il terribile ritrovamento, il mondo forense reggiano è compatto nel ricordo addolorato e commosso. Redo era conosciuto e stimato dai colleghi avvocati, lavorava in uno studio con diversi professionisti in via Isola di Malta, poco lontano dal luogo del ritrovamento. La sua era una storia di vero riscatto sociale e l’affetto per lui era ancora più profondo. Arrivato dall’Albania da clandestino, aveva fatto i lavori più umili: a 30 anni si era laureato in Giurisprudenza e aveva iniziato a esercitare la professione a favore degli ultimi, dei fragili, di coloro che avevano storie difficili e pochi soldi in tasca.
L’avvocato Liborio Cataliotti, a sua volta molto colpito da quanto accaduto, giocava con lui nella squadra degli avvocati Duralex e mercoledì era prevista una partita contro quella degli agenti penitenziari. Doveva esserci anche lui e in queste ore si sta cercando di capire come ricordarlo, come aiutare anche la famiglia. Assieme all’avvocato Giuseppe Caldarola, Redo era anche giocatore in una squadra di calcetto.
Oggi restano le immagini di quei momenti. Affranti e sconvolti dal dolore la moglie Linda e i due figli di 9 e 18 anni. La famiglia non crede al suicidio, negli ultimi giorni lo dipinge sereno. Lo aveva visto così anche un collega di studio dell’avvocato Cataliotti, che ricordandone i modi garbati, l’umiltà e la sensibilità, conferma l’immagine di un uomo tranquillo anche negli ultimi tempi. Aveva dato appuntamento ad alcuni colleghi nei giorni a seguire. Tra avvocati si parla di una malattia, che si sarebbe scoperta ultimamente, e di cure che aveva accettato e che stava affrontando con coraggio. Realtà e racconti che stridono con quanto accaduto a un uomo mite e disponibile.
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